Perché passare dalla SEO a YouTube?
Quante volte hai pensato di ampliare le tue strategie di marketing online, ma non sapevi bene quale strada seguire? Se hai già raggiunto un buon grado di maturità con la SEO tradizionale (ad esempio, con il posizionamento su Google), allora potresti prendere in considerazione proprio YouTube come prossimo step.
YouTube, in fondo, non è solo un sito di condivisione video: è il secondo motore di ricerca più grande al mondo.
Basti pensare che viene fruito da miliardi di persone al mese e che, per molti utenti, è diventato addirittura il primo canale di ricerca e scoperta. Non solo: YouTube è anche la piattaforma di podcast numero uno.
Questo significa che una strategia SEO su YouTube può potenzialmente portare vantaggi enormi, sia per i business B2C sia per quelli B2B.
Magari ti starai chiedendo: “Ma non è un canale troppo dispersivo? Gli utenti non si perdono nei gattini e nei video musicali?”
È vero, YouTube è pieno di contenuti ludici, ma spesso si trascurano due elementi:
- L’attenzione. Quando un utente sceglie di guardare un video, sta dedicando il suo tempo in maniera più immersiva rispetto a quando legge velocemente un articolo.
- La curiosità. I potenziali clienti (persino in ambito B2B!) cercano video tutorial, recensioni, test di prodotto, dimostrazioni, “top 5” e molto altro.
Con la SEO classica, hai già una fonte consolidata di traffico organico da Google. Nel tempo, hai perfezionato le parole chiave, migliorato la struttura delle pagine, e i tuoi contenuti testuali funzionano bene.
A un certo punto, però, la crescita può iniziare a rallentare o stabilizzarsi.
Ecco perché molti esperti consigliano di diversificare il traffico, e YouTube è il canale ideale per portare una ventata di novità.
Però… occhio o ociò come si direbbe a Milano: passare a YouTube troppo presto può farti disperdere le energie.
Se la tua strategia SEO su Google non è ancora stabile (ad esempio, se non stai ancora ottenendo un flusso costante di clienti e lead), forse è meglio aspettare un po’. Quando invece avrai solide basi, potrai riciclare i tuoi contenuti “testuali” (blog post, guide, infografiche) in formato video e intercettare nuovi utenti.
Sfida numero uno: Il problema dell’attribuzione
Molte aziende ragionano su YouTube come se fosse un canale di performance (ossia un canale che genera conversioni misurabili quasi in tempo reale).
Invece, YouTube funziona più come un canale di branding, dove i visitatori scoprono il tuo marchio, guardano qualche video e – solo in un secondo momento – forse si ricordano di te e visitano il tuo sito.
Perché l’attribuzione è complicata?
- YouTube vuole tenerti sulla piattaforma: è risaputo che i link in descrizione o nelle schermate finali non siano così cliccati come i link di un annuncio testuale su Google.
- Percorsi non lineari: un potenziale cliente potrebbe guardare 10 video sul tuo canale, poi fare una ricerca su Google con il nome del tuo brand, cliccare sul tuo sito e, magari dopo qualche giorno, acquistare. La “tracciabilità” di questo percorso è frammentata.
In pratica, i tuoi dati di analytics (Google Analytics, o la tua piattaforma di tracking) segnalano poco traffico in ingresso da YouTube, anche se i video stanno effettivamente avendo un impatto notevole.
Quante volte capita che un utente veda una recensione, si entusiasmi per il prodotto consigliato da Galeazzi, ma non clicchi subito sul link?
Magari chiude YouTube, apre Google e cerca il brand di cellulari… e quel brand si trova la visita come “ricerca diretta” o “organica da brand”.
Come risolvere?
- Sondaggi post-acquisto: quando un cliente acquista, puoi chiedergli “Come ci hai scoperto?”. Così raccogli dati preziosi e più veritieri.
- Parametri UTM: se, nei tuoi video, inserisci link con tag UTM (ad esempio,
?utm_source=youtube&utm_campaign=videocellulariX
), potrai misurare in modo più preciso i clic. - Aspettative realistiche: accetta che una parte dell’impatto di YouTube sarà meno misurabile di altri canali. Non è un bug, è una caratteristica di chi, come YouTube, cerca di trattenere l’utente sul proprio dominio.
Sfida numero due: le metriche giuste per capire se sei sulla buona strada
Chi si è occupato di SEO su Google sa che le metriche “classiche” sono:
- Posizionamenti (ranking) per determinate keyword.
- CTR (click-through rate) e impression in SERP.
- Traffico organico e conversioni.
Vedi questo articolo per approfondire meglio il tutto:
Ma su YouTube, che si fa? Qui la faccenda è diversa. Ci sono 4 metriche principali da monitorare:
- Visualizzazioni: semplicemente, quante volte il tuo video è stato visto (almeno per qualche secondo).
- Iscrizioni: quanti utenti decidono di iscriversi al tuo canale dopo aver guardato uno o più video.
- Durata media di visualizzazione: è un indicatore di quanto i tuoi contenuti siano coinvolgenti. Se le persone abbandonano il video dopo 10 secondi, c’è qualcosa che non va.
- Clic CTA: quanti clic ricevi sui link inseriti nella descrizione, nelle card interattive o pronunciati nel video (CTA uditive e testuali).
Questi dati (chiamati “indicatori principali”) sono come i segnali di “buona salute” del tuo canale. Se crescono costantemente, allora puoi sperare che a lungo termine aumentino anche le vendite. Ma ricorda: il passaggio da un canale di branding a conversioni reali può richiedere tempo (talvolta, 6-12 mesi).
Esempio pratico: se dopo tre mesi vedi che il tuo canale ottiene 1000 visualizzazioni a settimana ma solo 5 iscrizioni, è probabile che i video non stiano intercettando una sorta di audience, oppure che non stai invitando gli utenti a iscriversi in modo chiaro (CTA confusa o assente).
Sfida numero tre: la conversione su YouTube (come “monetizzare” la tua presenza)
YouTube, diversamente dalla SEO su Google, non è un canale lineare per la conversione.
In altre parole, non aspettarti lo stesso tasso di conversione che vedresti su una pagina di vendita ben ottimizzata.
Detto ciò, esistono delle tattiche intelligenti per aumentare le opportunità di trasformare gli spettatori in clienti.
1. Focalizzati sull’intento di acquisto… ma non sempre
Molte aziende cercano di spingere il link al prodotto a ogni costo. Questo può funzionare se il video è una recensione o una guida all’acquisto (dove l’utente, di base, ha già un certo grado di interesse). Ma, se il tuo video è un semplice tutorial informativo (ad esempio, “Come scegliere la giusta videocamera per vlog?”), potrebbe essere più proficuo spingere l’utente a guardare un altro video correlato, aumentando il suo engagement con il tuo brand. L’acquisto potrà avvenire successivamente, quando l’utente si sentirà pronto e abbastanza “caldo”.
2. Prova diverse tipologie di CTA
- CTA uditive: a un certo punto, parla direttamente alla telecamera e dì “Se vuoi saperne di più, trovi il link in descrizione”.
- CTA testuali: inserisci le schede oppure note nella descrizione. Sperimenta frasi come: “Scarica il nostro PDF gratuito” o “Scopri la nostra calcolatrice online” (utile in settori come finance o fitness).
- Offerte speciali e lead magnet: se un utente guarda 10 minuti di tutorial, è probabile che apprezzerà del materiale extra, come un e-book o un PDF di sintesi. Facendolo atterrare sul tuo sito per scaricarlo, potrai poi ricontattarlo via email.
3. Mantieni gli utenti su YouTube (dove ha senso)
Può sembrare controintuitivo, ma a volte è meglio che l’utente guardi un altro tuo video piuttosto che uscire su un link esterno. Più tempo passa sul tuo canale, più cresce la tua reputazione agli occhi di YouTube e più hai la possibilità di fidelizzare lo spettatore (che magari, in un secondo momento, cercherà proprio il tuo brand su Google).
Prova a leggere questo articolo per capire come funziona questo sistema:
come funziona l’algoritmo YouTube.
L’importanza di YouTube nel panorama AI e LLM (Large Language Models)
Non sottovalutare un dettaglio interessante: YouTube è sempre più presente nei risultati di ricerca, anche grazie al “video carosello” che Google mostra in SERP, ma c’è di più.
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale (AI) e dei chatbot di nuova generazione (LLM – Large Language Models) attinge alle informazioni disponibili online, anche quelle video.
Avere contenuti utili su YouTube ti consente di essere menzionato anche all’interno delle risposte fornite dalle AI o di avere citazioni in panoramiche di Google AI.
Scenario futuro… Immagina un utente che chiede a un chatbot: “Come si fa la manutenzione della bicicletta elettrica marca X?” Il sistema, se ben “allenato”, potrebbe proporre un tuo video in cui spieghi passo passo le istruzioni. E quell’utente, che magari non conosceva il tuo brand, potrebbe diventare il tuo prossimo cliente.
YouTube come canale B2B: un tabù da sfatare
Spesso si pensa: “YouTube è roba da influencer e gattini, i clienti B2B non guardano video…”.
Beh, errore clamoroso!
- Uno studio rivela che il 70% dei ricercatori B2B guarda video durante il loro processo di acquisto.
- Molti di loro guardano 30 minuti o più di contenuti B2B, e uno su cinque supera addirittura l’ora.
I formati più gettonati? Caratteristiche di prodotto, guide pratiche e recensioni professionali. Se la tua azienda opera in ambito B2B (software gestionale, macchinari, servizi di consulenza), potresti creare video dimostrativi, Q&A con esperti, testimonianze di clienti, webinar registrati.
Esempio pratico…
Un’azienda che sviluppa un CRM dedicato a hotel e ristoranti potrebbe realizzare un video che si intitola: “Come impostare le tariffe stagionali in meno di 5 clic” oppure “Il segreto per aumentare le prenotazioni dirette senza OTA”. Questi video non solo mostrano le funzionalità del software, ma costruiscono fiducia e “autorità” verso chi cerca soluzioni nel settore.
Come integrare la SEO su YouTube in una strategia multicanale
Capito che YouTube può essere un canale potente, la domanda è: come si integra con la SEO classica e con gli altri canali?
- Riutilizza i contenuti: se hai un articolo che già performa bene su Google, puoi convertirlo in video e inserirlo in quella stessa pagina. Così migliori il “tempo di permanenza” della pagina (Google lo apprezza!) e generi traffico incrociato.
- Collega YouTube e blog: nei video, cita il tuo blog per ulteriori approfondimenti. Nel blog, inserisci il video YouTube come elemento multimediale esplicativo.
- Social media: se hai un canale Instagram o una pagina Facebook, puoi condividere spezzoni del video con un link alla versione integrale su YouTube.
- Newsletter: se mandi periodicamente una newsletter, puoi integrare i tuoi video, aumentando la visibilità e consolidando il rapporto con la tua mailing list.
Il risultato? Un ecosistema dove gli utenti ti possono trovare su Google, scoprirti su YouTube, seguirti sui social e iscriversi alla tua newsletter. Fantastico, no?
La “piramide invertita” delle metriche (un sistema per misurare i progressi)
Sul fronte SEO, di solito si parte con impression e posizionamenti, poi si passa al traffico e alle conversioni. Allo stesso modo, su YouTube, possiamo costruire una piramide di metriche (o meglio, “inverted funnel”) che ci indica se stiamo andando bene:
- Visualizzazioni.
- Iscrizioni.
- Tempo di visione medio.
- Interazioni (like, commenti, condivisioni).
- Clic da CTA.
- Vendite e conversioni misurate post-acquisto.
All’inizio, punta a far crescere le visualizzazioni. Se dopo un po’ vedi che anche gli iscritti aumentano, sai che stai fornendo valore. Se il tempo medio di visione resta alto e i commenti fioccano, significa che i tuoi video piacciono. Con il passare del tempo, dovresti notare un impatto anche sulle vendite (anche se, come detto, l’attribuzione sarà tutt’altro che lineare).
Gestire le aspettative interne ed esterne
Ok, ormai dovresti aver capito che YouTube non è un canale di conversione diretta. Ecco perché potresti scontrarti con i tuoi superiori o con i tuoi clienti (se sei un’agenzia/consulente), i quali potrebbero chiederti: “Quanti vendite ci porta YouTube esattamente? Ne vale la pena?”.
La risposta è: “Sì, ne vale la pena, ma bisogna essere pazienti e guardare i dati con la giusta prospettiva”. Potresti scoprire, ad esempio, che i tuoi clienti hanno visto almeno due o tre video prima di decidere di acquistare. Ma l’acquisto, formalmente, risulta “diretto” o “search brand”. Difficile provarlo con numeri precisi. Ecco perché la strategia di sondaggi post-acquisto è tanto preziosa.
Consiglio: fissa degli obiettivi ragionevoli di crescita del canale (in termini di visualizzazioni e iscrizioni) e di “engagement”, facendo capire che l’aumento delle vendite potrebbe arrivare qualche mese dopo. Ricorda anche che la crescita su YouTube è graduale e segue logiche diverse rispetto ai motori di ricerca.
Una nota sull’era “Big Swing” e il ritorno ai grandi colpi
C’è un trend in atto: l’attribuzione lineare multicanale si sta erodendo. Ciò significa che i consulenti marketing, sempre più spesso, non riescono a tracciare con precisione l’origine di una vendita. Questo è dovuto a:
- Nuove normative sulla privacy (GDPR, CCPA).
- Piattaforme più “chiuse” che riducono la condivisione dei dati.
- Uso massiccio di dispositivi differenti da parte dell’utente (smartphone, PC, smart TV).
- Condivisioni in canali privati (WhatsApp, Messenger) impossibili da tracciare.
Siamo insomma in un periodo di “big swing“, in cui bisogna fare scelte coraggiose e non affidarsi solo ai numeri. Bisogna unire logica, creatività e segnali qualitativi: pubblicare video di qualità, costruire un’identità visiva e narrativa unica, e fidarsi anche dell’intuizione sul proprio pubblico.
Esempio pratico: come impostare una strategia SEO YouTube
Mettiamo che tu abbia un blog ben posizionato su Google su argomenti relativi a “fitness e allenamenti casalinghi”. Hai guide SEO che ti portano centinaia di visite al giorno. Ora vuoi ampliare la strategia su YouTube.
- Seleziona gli articoli più letti (ad esempio “10 esercizi per addominali scolpiti in 5 minuti”).
- Trasforma il contenuto in uno o più video: video dimostrativi con un istruttore, infografiche in sovrimpressione. Mantieni il format breve e dinamico, tipo 5-8 minuti.
- Ottimizza il video: metti nel titolo la keyword (es. “Esercizi per addominali scolpiti: 5 minuti al giorno”), descrizione accurata, tag pertinenti.
- CTA: verso la fine, invita a scaricare un breve PDF con le istruzioni degli esercizi o a guardare un altro tuo video complementare (“Esercizi per obliqui”).
- Condividi il video all’interno dell’articolo: incorpora il video YouTube nel tuo blog post originario.
- Verifica le metriche: quante visualizzazioni, quante iscrizioni, durata media, quante persone cliccano sulla descrizione?
Magari i primi video non esploderanno in termini di visualizzazioni, ma col tempo avrai un archivio di contenuti che rafforzano il tuo brand, aiutano la SEO testuale e attirano utenti da YouTube stesso.
Conclusioni: perché la SEO su YouTube è una scommessa vincente
YouTube può sembrare un territorio ostico, ma in realtà è un’estensione naturale del tuo lavoro di ottimizzazione SEO.
Se la tua azienda ha già ottenuto buoni risultati con Google e vuoi puntare a un pubblico più ampio, scommettere sui video può davvero portare benefici a lungo termine:
- Diversifichi il traffico, riducendo la dipendenza esclusiva dal motore di ricerca tradizionale.
- Rafforzi il tuo brand: gli utenti ricordano meglio un video in cui vedono un volto o sentono una voce, rispetto a un semplice testo.
- Aumenti la tua presenza anche nelle nuove forme di AI e chatbot che incorporano i video come fonti.
- Potresti raggiungere target B2B e B2C, spesso trascurati.
- Crei un ecosistema di contenuti (blog + video + social) che si autoalimenta.
Certo, non tutto è perfetto: ci sono sfide di attribuzione, metriche complesse da interpretare e un percorso di conversione più lungo. Eppure, con i giusti approcci (sondaggi post-acquisto, CTA intelligenti, metriche a imbuto invertito), puoi trasformare il tuo canale YouTube in un asset di marketing fondamentale.
Dunque, che aspetti? Se la tua SEO “testuale” è già in ottima forma, è ora di fare il grande salto e lanciarti nella SEO su YouTube. Preparati a sperimentare, a essere creativo e a raccontare il tuo brand in modo più coinvolgente. Del resto, che cos’è il marketing se non la capacità di comunicare in modo efficace e ispirare fiducia? E con YouTube, questa opportunità è a portata di click.