L’anno scorso, ho voluto testare un fattore di ranking nascosto di cui nessuno parla. Ho creato una serie di siti web per verificare se l’inserimento di dati EXIF nascosti nelle immagini influisce sul posizionamento nei risultati di ricerca. Ebbene, non solo sono riuscito a rispondere a questa domanda con un discreto successo, ma mi sono anche imbattuto in un paio di scoperte interessanti.
Ma cosa sono i dati EXIF?
I dati EXIF (Exchangeable Image File Format) sono metadati incorporati nei file immagine, che contengono una varietà di informazioni sulla foto, come:
- Dati tecnici dello scatto: tempo di esposizione, apertura del diaframma, ISO, lunghezza focale, modalità di misurazione, bilanciamento del bianco, ecc.
- Informazioni sulla fotocamera e sull’obiettivo: marca, modello, numero di serie, data e ora dello scatto, ecc.
- Dati GPS: se abilitato, la fotocamera può registrare la posizione in cui è stata scattata la foto.
- Copyright e informazioni sull’autore: nome del fotografo, informazioni sul copyright, ecc.
Questi dati possono essere utili per:
- Capire come è stata scattata una foto: i dati EXIF possono aiutare a capire le impostazioni utilizzate dal fotografo e a imparare da esse.
- Organizzare le foto: i dati EXIF possono essere utilizzati per organizzare le foto in base alla data, alla posizione o ad altri criteri.
- Proteggere il copyright: le informazioni sul copyright possono aiutare a proteggere le foto da usi non proprio autorizzati.
- Ottimizzare le immagini per il web: alcuni dati EXIF, come le dimensioni dell’immagine, possono essere utili per ottimizzare le immagini per il web.
Bisogno anche dire che i dati EXIF possono anche rappresentare un problema di privacy. Praticamente possono rivelare informazioni personali come la posizione in cui è stata scattata una foto. Per questo motivo, è importante sapere che ci sono dei dati EXIF contenuti nelle proprie foto e, se necessario, rimuoverli prima di condividerle online.
Come visualizzare e modificare i dati EXIF?
Esistono diversi modi per visualizzare e modificare i dati EXIF di un’immagine. Molti programmi di visualizzazione delle immagini, come Windows Foto o macOS Anteprima, mostrano i dati EXIF nelle proprietà del file. Inoltre, esistono software specializzati per la visualizzazione e la modifica dei dati EXIF, come ExifTool o Exif Pilot.
Ma torniamo alla prima scoperta.
Gary Illyes di Google ha twittato che i contenuti di bassa qualità e spam non vengono più indicizzati. Questa affermazione, però, non è vera. Online ci sono siti – alcuni di test – costruiti con contenuti spam duplicati.
La seconda scoperta riguarda un video di John Mueller di Google, in cui condivide i suoi consigli per ottimizzare le immagini con la SEO. Praticamente afferma di utilizzare immagini di alta qualità, inserire un testo alt che dovrebbe essere descrittivo, mettere le didascalie, ottimizzare i nomi dei file e così via. Ma ciò di cui lui, e la maggior parte delle guide SEO, non parlano è l’utilizzo di questi dati EXIF nascosti e se influiscono sul posizionamento.
I dati EXIF possono influire sul posizionamento delle immagini su Google Immagini?
Per verificarlo, ho creato una keyword a coda lunga che non restituiva risultati di ricerca. Poi ho registrato 3 domini con 10 caratteri ciascuno, che non restituivano risultati se cercati singolarmente su Google.
Successivamente, ho creato 3 siti identici con contenuti senza senso e duplicati. L’unica differenza tra i siti era il titolo della homepage, la meta descrizione e un singolo punto elenco, nessuno dei quali includeva la parola chiave target.
Poi ho creato 3 immagini uniche, non riconosciute da Google, e ne ho aggiunta una per sito, con una strategia leggermente diversa ogni volta.
- Sito 1: immagine senza ottimizzazione, senza la parola chiave nel nome del file o nel tag alt. L’unica occorrenza della parola chiave era nel testo vicino all’immagine nel codice.
- Sito 2: stessa struttura del primo sito, ma con ottimizzazione SEO tradizionale dell’immagine (nome del file, testo alt e contenuto circostante ottimizzati).
- Sito 3: uguale al secondo sito, ma con l’aggiunta di dati EXIF nascosti nell’immagine, contenenti la parola chiave target.
Quali risultati ho avuto?
Dopo un anno, i risultati sono stati sorprendenti. Google ha indicizzato tutti i siti con contenuti duplicati e senza senso, ma soprattutto, nonostante i numerosi aggiornamenti dell’algoritmo, ha costantemente classificato il sito con i dati EXIF nascosti al primo posto, quello con l’ottimizzazione tradizionale al secondo e quello senza ottimizzazione al terzo.
Un esame più attento delle immagini ci ha fatto notare che l’immagine con i dati EXIF nascosti aveva un’opzione extra di “crediti immagine” che presentava la parola chiave target, assente nelle altre immagini. Questo mi ha portato a credere che i dati EXIF delle immagini giochino un ruolo nel posizionamento.
Ho quindi deciso di ripetere il test con siti dal contenuto unico (sempre senza senso), ma seguendo lo stesso procedimento. Ancora una volta, il sito con i dati EXIF nascosti si è classificato al primo posto.
Conclusione
Sembra proprio che i dati EXIF delle immagini influenzino il posizionamento su Google Immagini. Sul web molti consulenti SEO suggeriscono di comprimere le immagini, e spesso i plugin utilizzati per farlo rimuovono questi dati EXIF.
Quindi, se sei un’azienda, assicurati di non aver rimosso accidentalmente questi dati preziosi. Se vuoi sapere come aggiungerli alle tue immagini o vuoi un aiuto per migliorare il tuo posizionamento sfruttando questa e altre tecniche di ottimizzazione SEO, contattami senza impegno.