Sì, hai letto bene: nel 2025 Google Search potrebbe non essere più quella che conosciamo.
A dirlo è Sundar Pichai, il CEO di Google, durante un’intervista illuminante al New York Times DealBook Summit.
Se ti sei mai chiesto come cambierà il panorama della ricerca online e come potrebbe influire su SEO, contenuti e interazioni digitali, allora questo è il momento giusto per fare un bel respiro e immergerti.
Intelligenza artificiale e ricerca: il matrimonio perfetto?
Quando si parla di intelligenza artificiale, Google non si tira certo indietro. “Abbiamo adottato un approccio full stack profondo”, ha dichiarato Pichai, sottolineando che Google è stato il primo a utilizzare trasformatori per migliorare la comprensione del linguaggio nella ricerca.
Ma cosa significa “full stack”? In termini semplici, vuol dire che Google si occupa di tutto: dalla ricerca fondamentale (hai presente i trasformatori come BERT e MUM?) fino alla costruzione di infrastrutture avanzate come le TPU (unità di elaborazione tensore). In altre parole, Google non si limita a creare strumenti, ma costruisce anche le fondamenta tecnologiche su cui questi strumenti operano.
Pichai ha spiegato:
“È un momento dinamico nel settore. Siamo nelle prime fasi di un cambiamento profondo. Abbiamo adottato un approccio completo all’IA, dalla ricerca fondamentale alle applicazioni pratiche.”
Google non si limita a sviluppare tecnologie innovative come BERT e MUM, ma le rende anche disponibili ad altri sviluppatori e aziende per ampliarne le applicazioni. Ad esempio, Pichai ha evidenziato che le TPU, ovvero processori creati su misura per l’intelligenza artificiale, sono alla base di molti progressi tecnologici. Questi processori sono già alla sesta generazione e costituiscono un pilastro del futuro digitale di Google.
Pichai ha poi aggiunto:
“Oggi abbiamo annunciato un’innovazione che permette di creare una scena 3D da un semplice input testuale e visivo. Questo rappresenta solo l’inizio di ciò che l’intelligenza artificiale può offrire.”
Dove ci porterà tutto questo?
Nel prossimo futuro, Google intende affrontare problemi complessi che finora sembravano fuori portata. Pichai ha sottolineato che gran parte delle innovazioni più facili sono già state realizzate, i cosiddetti “frutti a portata di mano”. Da qui in avanti, sarà necessario affrontare sfide più sofisticate, che richiederanno un’innovazione tecnica e algoritmica profonda.
“La ricerca cambierà profondamente nel 2025. Saremo in grado di affrontare questioni più complesse e offrire risposte che oggi sembrano impossibili.”
In altre parole, non si tratterà più solo di migliorare i risultati di ricerca, ma di ridefinire il concetto stesso di ricerca, rendendola capace di comprendere meglio le intenzioni degli utenti e rispondere a domande più articolate.
La “blue link economy” è in pericolo?
Un tema caldo dell’intervista è stato il futuro della cosiddetta blue link economy, cioè il modello economico basato sui classici link blu nei risultati di ricerca. Questo sistema, che genera miliardi di dollari di traffico per siti web in tutto il mondo, potrebbe essere messo in discussione dall’avanzata dell’intelligenza artificiale.
L’intervistatore ha fatto riferimento al successo di OpenAI e ha chiesto a Pichai se Google stia facendo abbastanza per proteggere questa economia. La risposta di Pichai ha sottolineato l’importanza dell’IA nella ricerca e come essa sia stata applicata per anni per migliorare la qualità dei risultati. Ad esempio, algoritmi come BERT e MUM hanno consentito di comprendere meglio il linguaggio naturale e migliorare l’esperienza degli utenti.
Pichai ha spiegato:
“L’IA è stata una parte fondamentale della nostra ricerca sin dal 2012, quando abbiamo introdotto reti neurali profonde per il riconoscimento vocale e delle immagini. Negli ultimi anni, l’IA è diventata ancora più centrale nel nostro lavoro, migliorando la comprensione del linguaggio e consentendo ricerche multimodali.”
Ma cosa significa tutto questo per i creatori di contenuti? L’avvento dell’IA potrebbe ridurre la necessità di visitare siti esterni, mettendo a rischio il traffico verso i siti web tradizionali. Questo solleva una domanda importante: come può Google bilanciare l’innovazione con il supporto a un ecosistema sostenibile per i creatori?
Le sfide degli editori
Un punto critico sollevato durante l’intervista è stato l’impatto dell’IA sui creatori di contenuti. Se Google può fornire risposte complete direttamente nella sua piattaforma, che incentivo rimane per i creatori di generare contenuti originali?
Pichai ha risposto riconoscendo la complessità del problema:
“Ci impegniamo a sostenere l’ecosistema degli editori, garantendo che il traffico verso i loro contenuti rimanga una priorità. Tuttavia, è un equilibrio delicato, soprattutto in un momento di transizione tecnologica come questo.”
Un esempio è il programma Content ID su YouTube, che permette ai creatori di monetizzare i propri contenuti attraverso sistemi automatizzati di gestione del copyright. Questo modello potrebbe essere esteso ad altri ambiti per garantire una giusta compensazione ai creatori anche in un contesto dominato dall’IA.
Pichai ha inoltre sottolineato:
“L’innovazione deve andare di pari passo con il rispetto per il lavoro creativo. Stiamo lavorando per costruire modelli che valorizzino la proprietà intellettuale e restituiscano valore a chi contribuisce con contenuti autentici.”
Nuove opportunità per i creatori
Nonostante le sfide, il futuro offre anche grandi opportunità per chi saprà adattarsi. Ad esempio, gli strumenti di IA possono essere utilizzati per migliorare la produttività, automatizzare compiti ripetitivi e consentire ai creatori di concentrarsi su aspetti più strategici del loro lavoro.
Come adattarsi ai cambiamenti in arrivo
Per prosperare in questo nuovo ecosistema, i creatori e i marketer dovranno:
- Sfruttare l’IA come alleato: utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per analizzare dati, ottimizzare contenuti e raggiungere un pubblico più ampio.
- Puntare sulla qualità: i contenuti autentici e approfonditi saranno sempre richiesti, anche in un’era dominata dall’IA.
- Monitorare le tendenze: rimanere aggiornati sui cambiamenti tecnologici e adattare le proprie strategie di conseguenza.
Il futuro della ricerca
Il 2025 segnerà un punto di svolta per il settore della ricerca online. Come ha spiegato Pichai, l’obiettivo non è solo migliorare i risultati, ma ridefinire il modo in cui gli utenti interagiscono con le informazioni. Questo potrebbe significare che ci saranno risposte più interattive, personalizzate e contestuali, rendendo l’esperienza di ricerca più simile a una conversazione.
“La ricerca non sarà più solo un elenco di link, ma un sistema capace di comprendere e rispondere in modo dinamico alle esigenze degli utenti.”
Conclusione: dove andremo a parare?
Il futuro della ricerca è una combinazione di opportunità e sfide.
Da un lato, l’intelligenza artificiale offre strumenti potenti per migliorare l’esperienza degli utenti. Dall’altro, pone domande fondamentali su come mantenere un ecosistema sostenibile per i proprietari dei siti web.
E tu, cosa ne pensi? Come stai affrontando questi cambiamenti? Scrivilo nei commenti: voglio sapere la tua opinione!