Ho voluto creare questo articolo perché è una delle domande che mi vengono fatte di più nei Lead SEO.
Hai presente quando cerchi un nuovo bar su Google Maps, ma l’app non lo trova e tu finisci per girare in tondo?
Ecco, lo stesso capita ai motori di ricerca quando non riescono a “vedere” le pagine di un sito web.
In tanti si chiedono: “Perché Google non indicizza le mie pagine?” e, puntualmente, ci si ritrova a fare le stesse ipotesi: sarà colpa di un contenuto duplicato? Forse c’è un problema con la sitemap? Oppure i contenuti non piacciono ai crawler?
Oggi voglio parlare proprio di questo rebus.
Ho ricevuto la domanda da un cliente giorni fa. Si lamentava di avere solo poche pagine indicizzate su centinaia di pagine dinamiche.
E, se ti è mai successo qualcosa di simile, sai benissimo quanto possa essere frustrante. Hai investito sudore e parecchi soldi per creare qualcosa di utile. E poi, zac, Google ne mostra solo un misero assaggio.
Che fare? Mettiamoci il caschetto da esploratori e scopriamo insieme come far emergere le tue pagine dalle sabbie mobili digitali, trasformandole in risultati appetibili per Google e per le persone vere (sì, quelle fatte di carne, ossa e caffeina).
Dove nasce il problema di mancata indicizzazione: struttura, contenuti e segnalazioni mancanti
Mancanza di pagine “vere” e propriamente statiche
Se il tuo sito ha solo 8 pagine effettive, Google ne indicizzerà, con ogni probabilità, solo 8.
Sembra una battuta, ma è la realtà. A volte, i siti generano pagine dinamiche tramite una barra di ricerca o filtri. Queste “pagine” compaiono per l’utente, ma in realtà non esistono come URL permanenti: vengono create al volo, senza un indirizzo fisso da dare in pasto a Google. E sai Google com’è: se non c’è una “porta” solida da varcare, lui passa oltre.
La prima domanda che devi porti è: “le mie pagine sono davvero lì?”. Se per vederle devo necessariamente fare una ricerca interna al sito, allora il motore di ricerca non può intuirne l’esistenza, a meno che tu non lo istruisca per bene.
Dai un’occhiata a questo articolo:
indicizzazione spiegata da Google.
Problemi di scansione (colpa del file robots.txt?)

Molti ignorano il file robots.txt, eppure è una sorta di buttafuori digitale.
Se scrivi male le regole, rischi di bloccare i crawler (i “robot” di Google) e di impedire loro l’accesso a certe aree. Anche un banale Disallow: / messo lì per sbaglio fa sì che Google se ne vada altrove.
Occorre capire se stai vietando a Google di entrare nelle cartelle più importanti.
Per esempio, se vuoi fargli esplorare la sezione “/stati/” del tuo sito, devi essere sicuro che il robots.txt non la blocchi.
E se la blocca, devi cambiare la regola e, di preferenza, aggiungere un bel “Allow: /stati/” per indirizzare i motori di ricerca proprio lì
Assenza di link interni
I link interni sono come le sinapsi del tuo cervello: senza collegamenti, l’informazione non fluisce.
Se hai 10, 100 o 1.000 pagine e nessuna di queste è linkata negli articoli del tuo stesso sito, come speri che Google le scovi?
I link sono sentieri: forniscono un percorso per visitare tutte le sezioni importanti. Se mancano, hai un puzzle con pezzi sparsi qua e là, senza bordo e senza immagine di riferimento.
Sitemap doppie, triple… o sbagliate
A volte, un sito ha più sitemap, magari generate in automatico da diversi plugin o strumenti.
Capita di confondersi e di segnalare a Google la sitemap “sbagliata”, ovvero quella che contiene pochissime pagine o, peggio, indirizzi rotti. Oppure si omette di inserire nelle sitemap proprio quelle sezioni che si vorrebbe fossero indicizzate.
Se non sei sicuro di come funzionino, tranquillizzati: basta creare un file XML con l’elenco di tutti gli URL importanti, poi segnalare quell’unico file nella Search Console (quello di Google e di Bing, che ancora esiste e a cui non fa male prestare attenzione). Su Bing si chiama Bing Webmaster Tools.
Soluzioni: come indicizzare le pagine del tuo sito
Siamo partiti dal problema e ora visualizziamo una soluzione.
A dire la verità qualcosina l’abbiamo già vista. Ma ora espandiamo meglio il tutto.
1. Crea una struttura di URL a prova di crawler (e di utente spaesato)
Pensa al tuo sito come un grande magazzino. Se c’è un solo ingresso e all’interno tutto è diviso in corridoi senza indicazioni, qualcuno si perderà.
Devi creare corridoi chiari, con tanto di scaffali etichettati: “/regioni/sardegna”, “/regioni/lombardia”, “/regioni/piemonte”, e così via.
Perché è utile questa struttura?
- Perché Google la adora. Vede che, per ogni regione, c’è una pagina dedicata. Gli basta entrare in “/regioni/” per trovare i link a Sardegna, Lombardia e Piemonte.
- Perché così puoi aggiungere contenuti specifici e non un generico “pagina dinamica” che cambia in base a una ricerca.
Niente più indirizzi astrusi tipo /search.php?location=milano-lato-nord-con-magazzini-disp. Meglio un URL ufficiale, del tipo www.esempio.it/regioni/lombardia/milano.
E se sei un consulente SEO freelance, probabilmente la prima cosa che consiglierai è appunto di progettare URL puliti e permanenti, rendendo la navigazione logica anche per l’utente.
2. Contenuti unici per ogni location (o categoria)
I motori di ricerca hanno un debole per i contenuti di qualità, scritti da esseri umani per esseri umani. Ne parlano di continuo.
Ripeti con me: gli algoritmi amano ciò che amano le persone.
Se la tua pagina è un semplice elenco di magazzini in una determinata zona, con due righe copiate per ogni località, Google sbadiglia e passa oltre.
Hai una pagina sulla SEO a Milano? Allora parla delle caratteristiche di quel servizio, sul perché sceglierti ecc…
Fornisci suggerimenti pratici:
- Che servizi offri.
- Perché sceglierti come consulente SEO a Milano.
- Spiega bene il tuo percorso.
Crea testi originali, con dettagli che solo chi vive o conosce bene l’area può dare.
Aggiungi magari un paragrafetto su come si raggiungerti se hai un ufficio a Milano, sugli orari, sull’eventuale parcheggio.
La gente adora queste informazioni e lo stesso Google pensa: “Ok, questa pagina è davvero utile, me la ricorderò.”
3. Ridisegna il file robots.txt e la sitemap
Ogni volta che il tuo sito cresce e si arricchisce di sezioni, devi controllare che il file robots.txt abbia regole coerenti.
Ora sei il vigile urbano del tuo quartiere online:
- Se stai impedendo l’accesso alle cartelle dove si trovano le pagine importanti, i motori di ricerca non varcheranno mai la soglia.
- Non dimenticare di indicare dove si trova la tua sitemap principale, in modo che i crawler abbiano un “menù” da consultare.
Allo stesso modo, prepara (o aggiorna) la tua sitemap.xml: un file dove elenchi in modo ordinato tutte le pagine fondamentali.
Non ti scordare delle nuove sezioni, come le città o gli stati che hai aggiunto. Se aggiorni spesso il sito, puoi indicare la frequenza di aggiornamento, un modo per far capire a Google che ogni tot giorni c’è qualcosa di nuovo.
4. Metti i giusti meta tag: Robot e Canonical
Non è l’aspetto più “romantico” del web writing, ma funziona.
I tag meta robots (ad esempio <meta name=”robots” content=”index, follow” />) e i link canonical (<link rel=”canonical” href=”URL originale”/>) ti aiutano a comunicare a Google come vuoi che la pagina venga interpretata:
- index, follow dicono a Google di indicizzare la pagina e seguire i link che essa contiene.
- Il canonical serve per evitare duplicati. Se hai due o più URL con contenuti simili, punta tutto su quello principale, dichiarandolo “canonico”.
In questo modo, se un utente scrive “Milano SEO”, Google capisce qual è l’URL migliore per rispondere a quella ricerca, senza confondersi.
5. Aggiungi breadcrumb e link interni
Sai quando compri un mobile dell’Ikea e trovi le briciole di polistirolo ovunque? Non sono proprio utili.
Invece, le breadcrumb nel tuo sito sono preziosissime: sono un piccolo percorso testuale in cima alle pagine, tipo “Home > Regioni > Lombardia > Milano”.
Permettono di tornare indietro e navigare con facilità. E, soprattutto, mostrano a Google la gerarchia del tuo sito.
Nella pagina di Milano, collega (con link interni) altri luoghi interessanti in Lombardia, e viceversa. Se ci sono zone limitrofe o alternative, segnalale.
Questo approccio è utile perché:
- Gli utenti non si perdono e possono esplorare il tuo sito come se sfogliassero un magazine.
- Google scova tutte le sezioni correlate e ne intuisce la pertinenza.
Perché i contenuti unici fanno la differenza nell’indicizzazione delle pagine?
Una questione di qualità, non di quantità
I SEO Specialist ripetono fino alla nausea: meglio un contenuto di spessore che cento pagine di fuffa.
Se hai una sezione di 99 pagine “copia-incolla”, è possibile che Google ne indicizzi solo una manciata, perché non trova valore aggiunto.
Pensa invece a una singola pagina che parli di stoccaggio a Milano, scritta con passione, che rivela curiosità sui quartieri, fornisce contatti diretti di magazzini, orari, soluzioni per i problemi più frequenti di chi deve immagazzinare i propri beni.
Chiunque arrivi su quella pagina la troverà utile, e c’è una buona possibilità che la condivida o ci rimanga più a lungo, segnali positivi per i motori di ricerca.
Rendi ogni pagina una risorsa autonoma
Un trucco che funziona è considerare ogni pagina come un “mini-sito” specializzato su un argomento.
Non soltanto un contenitore di parole, ma una risorsa.
Se stai parlando di depositi a Milano, potresti menzionare il clima torrido, i problemi con la nebbia, la necessità di mettere gli oggetti in sicurezza. Potresti anche inserire un elenco di “consigli rapidi” o un infografica con le cose da fare.
Tutte queste aggiunte fanno pensare a Google: “wow, questa non è la solita minestra riscaldata. Qui c’è del contenuto utile per gli utenti, nuovo e interessante.”
Come “convincere” Google (e le persone) che la tua pagina vale l’indicizzazione
Un tocco di PR locale
Se la tua attività opera in diverse città, pensa alle pubbliche relazioni locali.
No, non mi riferisco alle vagonate di link spam in directory sconosciute, ma a veri contatti con blogger, radio e giornali della zona.
Un’intervista su un blog locale, una citazione in un giornale di quartiere, un passaggio in radio possono farti conoscere. Le persone inizieranno a cercarti per nome, a visitare il tuo sito.
Tutto questo genera segnali di fiducia. E i motori di ricerca notano che la gente ti cerca e ti nomina, quindi l’autorità e la reputazione del tuo sito crescono.
Consiglio: se entri in contatto con una testata locale, cerca di ottenere un link verso la tua pagina dedicata alla città di riferimento.
Se un giornale di Milano parla del tuo servizio SEO a Milano e linka la pagina giusta, ecco che arrivano benefici in termini di posizionamento SEO.
Link building “pulito” e testimonial credibili
Sai cosa stufa il lettore medio (e lo stesso Google)?
Vedere elenchi interminabili di “partner” che non c’entrano nulla. Concentrati su poche collaborazioni ma significative:
- Aziende del luogo che potrebbero aver bisogno di SEO o altri servizi e che si scambiano link con te in modo naturale (ad esempio, un’agenzia SEO che raccomanda il tuo servizio di consulenza).
- Testimonial “veri”, con nome e cognome, che raccontano la loro esperienza.
Un link proveniente da un blog locale, dove l’autore spiega come si è trovato con il tuo servizio, vale più di cento backlink comprati su siti spam.
E non è un mistero: Google cerca l’autenticità.
Riepilogo e azione: come passare dalle pagine non indicizzate alla presenza costante su Google
- Crea pagine effettive per ogni area, località o servizio. Se il tuo sito offre informazioni su magazzini in Italia, dividili in sezioni, URL e contenuti unici.
- Verifica il file robots.txt: non bloccare la scansione involontariamente. Se vuoi che Google entri nelle cartelle importanti, consentiglielo esplicitamente con un “Allow”.
- Sitemap: tienila aggiornata e segnalala correttamente a Google. Se hai più sitemap, uniscile o assicurati che la principale includa tutte le pagine rilevanti.
- Meta tag: usa i meta robots (index, follow) e i canonical corretti, così Google saprà come comportarsi sulle tue pagine.
- Link interni e breadcrumb: aiutano sia gli utenti sia Google a navigare con facilità. Se c’è un percorso logico, viene premiato anche in termini di indicizzazione.
- Contenuti localizzati: non bastano 2 righe generiche per ogni località. Scrivi cose interessanti, cita problemi reali, fornisci soluzioni concrete, includi orari e indicazioni stradali.
- Pubbliche relazioni e fiducia: sostieni la crescita di reputazione del tuo sito, facendoti conoscere a livello locale. Migliora la percezione presso le persone e di conseguenza anche quella dei motori di ricerca.
Conclusione: la strategia per indicizzare le pagine del tuo sito
In definitiva, se Google non indicizza le tue pagine, non è che ce l’ha con te.
Semplicemente, non riesce a trovarle o non le ritiene abbastanza rilevanti. La buona notizia? Hai ampi margini per migliorare, e non è necessariamente un’operazione complessa.
Ristruttura il tuo sito creando pagine dedicate, un sistema di link interni ben fatto e contenuti che valga la pena leggere. Rivedi il file robots.txt, crea una sitemap a modino, cura i meta tag. Aggiungi un pizzico di PR locale e crea link di qualità.
E – vedrai – tutto si sistemerà: Google tornerà a bussare alla tua porta con più frequenza, e i tuoi contenuti emergeranno nelle SERP al momento giusto.
Rammenta: le pagine “effettive” sono quelle che hanno una dignità di esistere da sole, con un URL stabile, contenuto unico e un obiettivo chiaro. Se manca uno di questi elementi, Google non si sforza di spingersi oltre. E come dargli torto?
La prossima volta che ti chiedi “perché Google non indicizza le mie pagine?”, pensa a questi aspetti:
- “Esistono URL stabili e sicuri (non solo pagine dinamiche nascoste)?”
- “Li sto bloccando involontariamente via robots.txt o errori simili?”
- “La mia sitemap è completa e ben segnalata a Google e Bing?”
- “Ho creato contenuti che meritino di essere letti e condivisi?”
Se la risposta è sì a tutte queste domande, sei sulla buona strada. Ci vorrà un po’ di tempo, ma ricordati che la SEO da risultati dopo tot tempo, non subito purtroppo.
Se hai un dubbio, un’esperienza particolare o vuoi semplicemente scambiare due chiacchiere con un con un consulente SEO, lascia qui sotto il tuo commento o scrivimi per una consulenza vera e propria: confrontarci aiuta tutti a crescere.
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