Immagina di essere Googlebot, un instancabile esploratore del web.
Ogni giorno visiti milioni di pagine, cercando di catalogare tutte le informazioni disponibili.
Ma cosa succede quando ti imbatti in un labirinto infinito di URL?
È esattamente questo il problema che Gary Illyes, un analista di Google, ha voluto mettere in luce in un podcast: i parametri URL possono trasformarsi in veri e propri vicoli ciechi per i crawler.
Perché i parametri URL sono un problema?
I parametri URL possono sembrare innocui, ma per i crawler dei motori di ricerca possono creare confusione.
In pratica, ogni volta che un sito aggiunge un parametro al suo URL – come ad esempio “?colore=blu” o “&taglia=L” – si genera una nuova variante dello stesso indirizzo.
Questo può portare a un numero quasi infinito di URL che puntano alla stessa pagina, confondendo Googlebot e sprecando risorse preziose.
Come una persona che continua a girare intorno allo stesso isolato, incapace di trovare l’uscita!
Gary Illyes ha affrontato il tema in un episodio del podcast Search Off The Record, spiegando che i crawler possono trovarsi a scansionare ripetutamente varianti dello stesso contenuto, rallentando l’intero processo di scansione del sito.
Questo può avere conseguenze negative soprattutto per i siti di e-commerce, che spesso utilizzano i parametri URL per filtrare i prodotti.
Un problema per i siti di e-commerce
Se hai un sito di e-commerce, sai quanto siano utili i parametri URL per mostrare diverse opzioni di un prodotto.
Ma c’è un rovescio della medaglia: ogni combinazione di parametri può creare un URL unico che Googlebot deve scansionare.
Pensiamo a un sito che vende abbigliamento: la stessa pagina prodotto può avere varianti dell’URL per ogni combinazione di colore, taglia e modello. È come se un cliente entrasse in un negozio e trovasse infinite copie dello stesso articolo disposte su scaffali infiniti – sarebbe confuso, no?
Illyes ha spiegato così la situazione:
“Tecnicamente, è possibile aggiungere un numero quasi infinito di parametri a qualsiasi URL, e il server ignorerà semplicemente quelli che non alterano la risposta.”
In altre parole, un sito può generare un numero illimitato di URL per la stessa pagina, creando una sorta di “trappola” per i motori di ricerca.
Anche se queste diverse varianti dell’URL conducono tutte allo stesso contenuto, i crawler dei motori di ricerca non hanno modo di saperlo a priori.
Per loro, ogni URL è come una porta che potrebbe nascondere qualcosa di nuovo, quindi devono aprirle tutte, una per una, per essere sicuri di non perdere nulla di importante.
Questo processo, però, richiede tempo e risorse, e può diventare estremamente inefficiente.
Quando i crawler devono passare troppo tempo a esplorare URL che in realtà non offrono nulla di nuovo, possono finire per trascurare altre pagine del sito, creando problemi di indicizzazione.
In altre parole, Googlebot potrebbe non riuscire a scansionare e catalogare correttamente tutte le pagine che contano davvero per il tuo sito, il che potrebbe penalizzare la tua visibilità su Google.
Come affrontare il problema dei parametri?
Ma come possiamo risolvere questo problema dei fastidiosi parametri?
Google non è rimasto con le mani in mano.
In passato, ha offerto uno strumento chiamato URL Parameters all’interno di Google Search Console, che permetteva ai webmaster di indicare quali parametri URL erano importanti e quali potevano essere ignorati. Questo strumento è stato però ritirato nel 2022, lasciando molti consulenti SEO a chiedersi come gestire questa situazione.
E ora? Gary Illyes ha accennato a possibili soluzioni future, tra cui lo sviluppo di nuovi algoritmi che potrebbero aiutare Googlebot a identificare gli URL ridondanti senza doverli scansionare tutti.
Ha anche suggerito che i proprietari dei siti web potrebbero migliorare la comunicazione con Google, ad esempio utilizzando il file robots.txt in modo più efficace per indicare quali URL non devono essere scansionati.
Gary Illyes ha anche detto che i proprietari dovrebbero fornire informazioni più chiare sulla struttura dei loro URL. In pratica, dovrebbero essere espliciti nel comunicare a Google quali URL sono davvero importanti e quali invece possono essere ignorati.
Per esempio, se un sito web ha molteplici varianti dello stesso URL a causa di parametri aggiuntivi (come filtri o tracciamenti), il webmaster dovrebbe utilizzare strumenti come il file robots.txt o i tag canonici per indicare a Googlebot quali URL evitare di scansionare e quali considerare prioritari.
Illyes ha espresso questo concetto, dicendo:
“Potremmo semplicemente dire loro, ‘Ok, usate questo metodo per bloccare quello spazio URL'”.
In altre parole, fornire chiare istruzioni a Googlebot su come gestire gli URL del sito può aiutare a prevenire l’uso inefficiente delle risorse di scansione, garantendo che le pagine più importanti siano indicizzate correttamente.
Implicazioni per la SEO
Questa discussione non è solo teoria, ma ha implicazioni concrete per chi si occupa di SEO.
Gestire correttamente i parametri URL è essenziale per:
- ottimizzare il budget di scansione: nei siti di grandi dimensioni, è importante evitare che Googlebot sprechi tempo su URL irrilevanti, assicurando che le pagine importanti vengano scansionate e indicizzate.
- Migliorare l’architettura del sito: gli sviluppatori devono progettare gli URL in modo da evitare varianti inutili, specialmente nei siti di e-commerce.
- Gestire la navigazione a faccette: i siti che permettono ai visitatori di filtrare i prodotti devono tenere presente l’impatto sulla struttura degli URL e sulla loro esplorabilità da parte dei motori di ricerca.
- Utilizzare i tag canonici: questo strumento può aiutare Google a capire quale versione dell’URL deve essere considerata primaria, riducendo la confusione causata dalle varianti URL.
Insomma, se non vuoi che il tuo sito diventi un labirinto per Googlebot, devi prestare attenzione a come gestisci i parametri URL.
E chissà… magari un giorno Google ci sorprenderà con nuovi strumenti o algoritmi che risolveranno il problema in modo ancora più efficace.
Fino ad allora, sta a noi evitare che i nostri siti diventino delle vere e proprie giungle digitali.
E tu come gestisci i parametri? Fammelo sapere nei commenti o scrivimi via mail.
Per approfondire l’argomento puoi anche leggere:
consulenza SEO per e-commerce;
fattori di ranking SEO;
SEO tecnica;
guida SEO.