Abbiamo trovato interessante una video intervista all’ex CEO di Google sul futuro della ricerca AI.
L’ex CEO di Google sostiene che il futuro della ricerca AI non mostrerà i link o comunque non sarà la priorità. Eric Schmidt, ex amministratore delegato del colosso big G, ha affermato in un’intervista che l’obiettivo di Google è organizzare l’informazione mondiale e non semplicemente fornire link. Le sue parole delineano una visione del futuro in cui i siti web potrebbero non essere più essenziali e la pubblicità potrebbe diventare molto più efficace.
Ma le risposte senza link migliorano l’esperienza utente?
Le dichiarazioni di Schmidt sembrano in contrasto con quelle dell’attuale CEO di Google. Questo sostiene che la ricerca e il web continueranno ad esistere parallelamente. Danny Sullivan, il CEO attuale, ribadisce l’importanza di un ecosistema web salutare per Google.
Originariamente, il web veniva esplorato non solo attraverso motori di ricerca, ma anche tramite directory web curate che servivano da punto di partenza per gli utenti in cerca di informazioni, muovendosi da un collegamento all’altro. L’idea era che i collegamenti ipertestuali facilitassero la ricerca di informazioni.
Google non solo includeva le pagine web delle directory nelle sue ricerche, ma ospitava anche una versione di DMOZ, una directory web open source molto famosa in passato curata da volontari, simile a come Wikipedia è gestita oggi.
Arrivò il momento in cui Google decise di non favorire più le directory. La motivazione era che fornire direttamente le risposte, piuttosto che i link a pagine con ulteriori collegamenti, offriva un’esperienza utente migliore.
Ora Google fornisce risposte per monitorare voli, pacchi, le quotazioni azionarie, e le informazioni su ora e meteo, che non presentano link esterni.
L’intelligenza artificiale è sottovalutata secondo Schmidt
Schmidt ha espresso la convinzione che l’intelligenza artificiale sia sottovalutata piuttosto che sopravvalutata. Ha commentato che l’arrivo dell’intelligenza in forma non umana rappresenta una svolta significativa per il mondo e che stiamo solo cominciando a vedere le applicazioni future del ragionamento, dell’interazione umana e della pianificazione.
L’intelligenza artificiale permetterebbe, grazie a quello che Schmidt chiama “finestre di contesto infinite”, una capacità quasi illimitata di memorizzazione e apprendimento a breve termine, molto superiore a quella umana.
Il futuro della ricerca secondo Eric Schmidt
Durante l’intervista, è stata posta a Schmidt una domanda sul futuro della ricerca AI, che potrebbe non necessitare più di rimandare gli utenti a diverse fonti web per trovare risposte.
Schmidt ha risposto che è fondamentale comprendere che Google non si limita a gestire link, ma mira a organizzare le informazioni a livello mondiale, e l’intelligenza artificiale rappresenta lo strumento ideale per migliorare in questo senso.
Quando gli è stato chiesto se l’intelligenza artificiale sarà monetizzabile, Schmidt ha risposto con sicurezza che sì, sarà molto monetizzabile.
Il contesto attuale
È importante notare che Eric Schmidt non ricopre più ruoli esecutivi in Google né in Alphabet da alcuni anni e le sue opinioni potrebbero non riflettere le strategie attuali di Google. Però, le sue parole potrebbero suggerire discussioni interne non ancora pubbliche. Comunque qualcosa saprà.
Attualmente, è chiaro che la ricerca Google continuerà a mostrare i famosi link, ma sia Google che altre aziende come Apple stanno avanzando con assistenti AI su dispositivi mobili capaci di rispondere a domande ed eseguire compiti in modo indipendente.
In futuro dovremo dire addio ai siti web quindi?
Se hai investito per realizzare un sito web o hai deciso di realizzare un sito e-commerce, sappi che la possibilità che la ricerca AI non mostri più link ai siti web solleva un sacco di domande.
Qui ti diciamo cosa potrebbe cambiare e cosa dovresti considerare:
- Meno click sui siti? Se Google offrirà risposte dirette, chissà, forse non ci saranno più tanti click sui siti. Questo cambiamento potrebbe scuotere il mondo della SEO, dato che oggi conta tanto apparire in alto nei risultati di ricerca.
- Contenuti da integrare: i creatori di contenuti o agenzie di content marketing potrebbero dover stringere alleanze con Google o sfruttare meglio i dati strutturati per far sì che le loro informazioni vengano raccolte dagli strumenti di intelligenza artificiale.
- Fai amicizia con gli assistenti vocali: con sempre più persone che chiedono aiuto a Siri o Google Assistant, integrare tecniche di ottimizzazione SEO per queste tecnologie diventerà cruciale. Bisogna capire come le domande fatte a voce differiscono da quelle scritte.
- Nuove regole del gioco: forse non conterà più tanto quante persone visiteranno il tuo sito. Potrebbero emergere nuovi modi per misurare il successo, basati su quanto gli utenti interagiscono con le risposte fornite direttamente dall’intelligenza artificiale.
- Opportunità o rischio? Se il tuo sito dipende dagli introiti pubblicitari o dalle vendite dirette, attento! Questi cambiamenti potrebbero essere un problema. Ma, ecco, potrebbero anche nascere nuove strade per guadagnare con contenuti sponsorizzati o nuovi formati pubblicitari.
- Innovare, sempre: per tenere il passo, chi lavora come consulente SEO freelance o gestisce siti web dovrà inventare continuamente nuovi modi per rimanere rilevante in un mondo dove l’AI è protagonista.
Insomma, anche se l’idea che l’intelligenza artificiale possa portare alla “morte dei siti web” sembra drastica, è chiaro che il modo di distribuire e consumare informazioni online sta per cambiare. E allora, ti senti pronto per rimanere al passo? Scrivilo nei commenti.
Qui sotto alcuni articoli per approfondire il concetto di AI di Google:
Come fare SEO su Google SGE;
come posizionare gli articoli sul carosello di Google SGE.