Immagina questo: un giorno ti svegli, controlli l’account di Google Analytics del tuo sito e… crollo totale del traffico organico!
No, non è un brutto sogno: è il risultato di un “buco nero” creato da Google, che inghiotte le tue pagine web facendole sparire dai risultati di ricerca.
Spaventoso, vero?
Ma tranquillo, sono qui per spiegarti cosa sta succedendo e come proteggerti.
E, fidati, è un argomento molto importante.
Che cosa sono i “buchi neri” di Google?
Prima di tutto, facciamo chiarezza riguardo a questi buchi neri. Nel podcast “Search Off the Record”, Allan Scott, membro del team di ricerca Google, ha parlato di questi famigerati “buchi neri predatori”.
Cosa sono? Sono errori di sistema che si verificano quando Google raggruppa pagine normali insieme a pagine di errore (come le classiche “404 – Pagina non trovata”).
Cosa succede con questo raggruppamento? Anche le tue pagine perfettamente funzionanti possono sparire dall’indice di Google!
E sai qual è la parte peggiore? Quando una pagina è finita in uno di questi “buchi neri”, è molto difficile farla riemergere. Anche se correggi gli errori, Google potrebbe continuare a ignorarla.
Perché succede?
Tutto parte dal modo in cui Google gestisce i contenuti duplicati.
Ecco il processo, spiegato in parole semplici:
- Clustering: Google raggruppa insieme le pagine con contenuti molto simili.
- Canonicalizzazione: una volta creato il cluster, Google sceglie l’URL che ritiene migliore e smette di scansionare le altre pagine del gruppo.
Questo approccio è pensato per ottimizzare le risorse di scansione e prevenire l’indicizzazione di pagine inutili.
Ma quando le tue pagine finiscono erroneamente in un cluster di errori? Ecco che il disastro è servito.
Spieghiamolo con un esempio:
Immagina di essere il proprietario di una libreria online con una sezione dedicata ai bestseller. Una delle tue pagine, example.com/bestseller2024
, smette temporaneamente di funzionare a causa di un errore tecnico. Il server, anziché restituire un codice di errore 404, invia un codice “200 OK” con una pagina che dice semplicemente: “Contenuto non disponibile. Torna presto per nuovi aggiornamenti!”.
Google vede questa pagina e, poiché il messaggio è generico e somiglia a un errore, la associa ad altre pagine di errore che potrebbero essere presenti nel tuo sito. Di conseguenza:
- Anche le altre pagine di bestseller, come
example.com/bestseller2023
eexample.com/bestseller2022
, vengono raggruppate nel cluster di errore. - Una volta che queste pagine finiscono nel cluster, Google smette di scansionarle regolarmente.
Non importa che la pagina bestseller2024
torni operativa: Google ormai considera l’intero gruppo come “non rilevante”.
Come si formano i “buchi neri”?
Gli errori si verificano quando le pagine di errore hanno contenuti simili (ad esempio, messaggi standard tipo “Pagina non trovata”). Se una pagina normale presenta temporaneamente un errore, rischia di essere raggruppata con quelle pagine di errore.
Scott spiega:
“Solo le pagine che sono in cima al cluster hanno una possibilità di tornare visibili. Se le altre rimangono bloccate nel cluster di errore, Google potrebbe considerarle interrotte e smettere di analizzarle.”
Risultato? Deindicizzazione permanente e addio traffico organico.
I rischi per il tuo sito
Il problema colpisce soprattutto i siti che utilizzano pagine di errore con codici HTTP errati (ad esempio, “200 OK” invece di “404”). Questo confonde Google, che non riesce a distinguere una vera pagina di errore da una pagina normale. E il danno si amplifica se non hai contenuti unici nelle pagine di errore.
Come evitare i “buchi neri”
Fortunatamente, non tutto è perduto.
Seguendo alcune regole, puoi evitare che le tue pagine vengano inghiottite da questi errori.
Ecco i consigli di Allan Scott:
1. Usa i codici di stato HTTP corretti
Le pagine di errore devono restituire il codice HTTP appropriato.
Ad esempio:
- 404: Per le pagine non trovate.
- 403: Per accessi non autorizzati.
- 503: Per manutenzioni temporanee.
Mai usare il codice “200 OK” per una pagina di errore: questo dice a Google che la pagina è normale, aumentando il rischio di clustering errato.
2. Personalizza le pagine di errore
Se utilizzi pagine di errore personalizzate (come spesso accade nelle app a pagina singola), assicurati che abbiano contenuti unici. Ad esempio, includi:
- Il codice di errore (es. “404”).
- Un messaggio personalizzato.
- Link utili per tornare al resto del sito.
L’obiettivo è aiutare Google a distinguere le pagine di errore dalle pagine normali, evitando cluster sbagliati.
3. Evita i tag “noindex” sulle pagine di errore
Molti webmaster pensano che aggiungere un tag noindex sia una buona idea per le pagine di errore. Sbagliato! Questo tag dice a Google di rimuovere la pagina dai risultati di ricerca, rendendo ancora più difficile il recupero.
Invece, concentrati sull’uso corretto dei codici HTTP e lascia che Google gestisca automaticamente le pagine di errore.
4. Monitora regolarmente la copertura di scansione
Usa Google Search Console per tenere d’occhio lo stato delle tue pagine indicizzate. Se noti una diminuzione improvvisa, indaga subito: potrebbe essere un segnale di clustering errato.
Cosa puoi fare subito
Ora che sai quali sono i rischi e come evitarli, ecco alcune azioni pratiche da mettere in atto oggi stesso:
- Controlla le pagine di errore del tuo sito. Verifica che restituiscano i codici HTTP corretti.
- Aggiorna le pagine personalizzate. Aggiungi contenuti utili e unici.
- Analizza la tua copertura di indicizzazione. Cerca eventuali anomalie in Search Console.
- Forma il tuo team tecnico. Assicurati che i tuoi sviluppatori comprendano l’importanza di gestire correttamente le pagine di errore.
Conclusione: proteggi i tuoi contenuti
I “buchi neri” di Google possono sembrare un problema tecnico, ma hanno un impatto diretto sul traffico e sui risultati di ricerca. Seguendo queste semplici regole, puoi proteggere il tuo sito e mantenere la visibilità nei risultati di Google.
E tu, hai mai affrontato problemi simili? Come gestisci le tue pagine di errore? Scrivilo nei commenti: sono curioso di conoscere la tua esperienza!