Hai presente quando cerchi qualcosa su Google e ti ritrovi in una pagina piena di parole a caso, come se fosse scritta da un robot?
Ecco, Google ha deciso di fare pulizia.
Da marzo, ha rivisto le Linee guida per i valutatori della qualità – umani che giudicano i risultati di ricerca.
Niente di rivoluzionario, ma ci sono novità su IA, spam e come evitare di finire nel dimenticatoio.
Vediamo cosa occorre sapere.
Proverò a spiegarlo in modo semplice.
Cosa è cambiato per i valutatori di Google?
Partiamo dal principio: i valutatori sono persone che analizzano i risultati di Google per capire se sono utili per gli utenti.
Non decidono chi sale in classifica, ma danno a Google gli indizi su cosa premiare o punire.
E ora, le regole del gioco sono più nitide.
1. L’IA generativa ora ha una definizione ufficiale
Nella sezione “Definizioni importanti”, Google ha messo nero su bianco cosa intende per contenuti generati dall’IA:
“L’IA generativa è un modello che impara da esempi e crea contenuti nuovi: testi, immagini, codice… insomma, tutto quello che può sembrare fatto da umani, ma non lo è”.
Traduzione: puoi usare ChatGPT & co., ma se il risultato è una scopiazzatura senza valore, verrai penalizzato.
2. Tre nuovi tipi di spam da evitare come la peste
Google ha aggiunto categorie di contenuti spam che fanno accapponare la pelle:
- Abuso di domini scaduti: comprare domini abbandonati (tipo saldiscarpevintage.com) e riempirli di robaccia per sfruttare la loro vecchia reputazione.
- Abuso della reputazione del sito: mettere contenuti di terzi su un sito famoso solo per cavalcarlo (“Eh, tanto qui si posiziona bene!”).
- Abuso di contenuti su larga scala: creare milioni di pagine inutili con l’IA, tipo articoli che iniziano con “Come modello linguistico, non ho dati aggiornati…”.
Se ti riconosci in uno di questi punti, inizia a preoccuparti.
3. Come capire se un contenuto è fatto con l’IA?
Google ha dato esempi concreti ai valutatori.
Tipo:
“Se una pagina inizia con “Come IA, non so cosa sia successo dopo il 2021” e finisce a metà frase tipo “Il cancro al pancreas è un raro…”, probabilmente è spam”.
Morale: l’IA va bene, ma solo se aggiungi valore al contenuto generato dall’intelligenza artificiale.
4. Annunci e ad-blocker: occhio alle impostazioni
I valutatori ora devono disattivare i blocca-annunci durante le verifiche.
Perché?
Per vedere la pagina come la vedono gli utenti normali. Se il tuo sito è un circo di pop-up, dovresti ricalibrare il tutto.
Cosa significa per te? Consigli pratici
Ora, passiamo al lato pratico.
Ecco cosa fare (e non fare) per non finire nei guai:
✅ Fai così:
- Crea contenuti originali che risolvono problemi reali. Esempio: invece di scrivere “10 modi per dimagrire” (già visto ovunque), prova “Come ho perso 5 kg senza odiare la vita”.
- Usa l’IA con testa. Gli strumenti di AI generativa tipo ChatGPT sono utili per bozze o idee, ma poi modifica, aggiungi esempi personali, opinioni. Insomma, crea contenuti di valore.
- Controlla la user experience. se il tuo sito è pieno di annunci o si blocca con gli ad-blocker, rischi di essere penalizzato.
❌ Non fare così:
- Produrre contenuti in serie con l’IA solo per riempire il sito. Google li odia più delle pubblicità delle slot machine.
- Comprare domini vecchi per sfruttarne la storia. Funzionava nel 2010, ora è un suicidio.
- Ignorare i temi YMYL (Your Money, Your Life). Se parli di salute, finanza o sicurezza, sii super preciso. L’IA qui è rischiosa: un errore e c’è chi ti fa causa.
“Ma io uso l’IA e va tutto bene!” – Sì, ma…
Secondo me, il problema non è l’IA in sé, ma come la usi.
Se scrivi 100 articoli al giorno copiando da Wikipedia, è ovvio che Google ti sgama.
Ma se usi l’IA per dare un’impalcatura agli articoli che poi arricchisci con la tua esperienza, nessuno ti romperà le scatole.
Esempio:
- Brutto: in articolo generico su “I benefici della camomilla”, uguale a 10.000 altri.
- Bello: “Perché la camomilla mi ha rovinato il sonno (e cosa ho fatto dopo)”, con dati, aneddoti e link a studi.
Vedi la differenza?
E ora? I prossimi passi
Riassumendo:
- Non farti prendere dal panico. Google non sta demonizzando l’IA, ma chi la usa male.
- Controlla il tuo sito. Hai pagine incomplete o con testi “robotici”? Sistemale.
- Pensa agli utenti, non agli algoritmi. Se un contenuto è utile alle persone, Google lo premierà.
Ultimo consiglio: non prendertela con Google.
È come lamentarsi del sole perché scotta.
Il motore di ricerca vuole dare risposte utili, e sta cercando di filtrare chi imbroglia.
E tu, cosa ne pensi?
Hai mai usato l’IA per i tuoi contenuti?
Ti è capitato di finire in una pagina spam?
Scrivilo nei commenti e facciamo due risate (o piangiamo insieme, dipende). 😉