La guida SEO esperta alla gestione dei parametri URL
Ti è mai capitato di vedere un URL del tuo sito web allungarsi e complicarsi non appena applichi un filtro o ordini dei prodotti per prezzo o popolarità?
Magari non ci hai dato troppo peso, ma se hai realizzato un sito web, questi URL complessi potrebbero costarti caro in termini di posizionamento SEO.
Immagina di essere responsabile della gestione di un sito e-commerce.
Decidi di aggiungere numerosi filtri per aiutare gli utenti a trovare più facilmente i prodotti: prezzo, colore, marca, e magari anche l’ordine per recensione. Però, ogni volta che un utente utilizza uno di questi filtri, il tuo sito genera un nuovo URL con dei parametri aggiunti.
Questi parametri URL si sommano e, improvvisamente, il motore di ricerca come Google si ritrova a scansionare decine, se non centinaia, di URL che puntano allo stesso contenuto. Il risultato? Google potrebbe non essere in grado di capire quale pagina sia quella giusta da indicizzare, creando confusione e gli odiati contenuti duplicati.
Molte aziende fanno questo errore, spesso senza nemmeno saperlo.
Gestire male i parametri URL può avere un impatto negativo su come il tuo sito viene scansionato e indicizzato dai motori di ricerca, portando a problemi di traffico organico e visibilità.
Parametri URL: un problema per la SEO
Nella SEO, i parametri URL sono una delle problematiche più comuni.
Sebbene possano essere utili per sviluppatori e analisti di dati, queste stringhe di query possono trasformarsi in un vero grattacapo per un consulente SEO.
L’aggiunta di parametri URL può generare una miriade di varianti di una singola pagina. In questo modo, un unico intento di ricerca dell’utente si frammenta in numerose versioni di URL. Questo può causare diversi problemi, tra cui complicazioni nella scansione, difficoltà nell’indicizzazione e una minore visibilità nelle SERP (Search Engine Results Pages), con conseguente calo del traffico.
Non possiamo eliminare i parametri, ma possiamo gestirli meglio
Non possiamo semplicemente desiderare che i parametri URL scompaiano, poiché sono essenziali per molte funzioni.
Non tutti, ma alcuni si.
Quello che possiamo fare è imparare a gestirli in modo efficace per garantire che non danneggino la tua strategia SEO.
Ecco cosa esploreremo in questo articolo:
- Cosa sono i parametri URL.
- I problemi SEO che causano.
- Valutare l’entità del problema dei parametri.
- Soluzioni SEO per gestirli al meglio.
- Buone pratiche per evitare complicazioni future.
Cosa sono i parametri URL?
I parametri URL, chiamati anche stringhe di query o variabili URI, sono la parte di un URL che compare dopo il simbolo “?”. Questi parametri sono costituiti da una coppia chiave-valore, separati dal segno “=”. Se ci sono più parametri, vengono separati dal simbolo “&”.
Per esempio: https://www.example.com?utm_source=google&utm_medium=cpc
Esempi comuni di utilizzo dei parametri URL
I parametri URL sono utilizzati per diverse funzionalità.
Li troviamo spesso nei siti di e-commerce.
Ecco i casi d’uso più frequenti:
- Tracciamento: parametri come
?utm_source=google
o?sessionid=123
sono usati per monitorare da dove proviene il traffico o gestire sessioni. - Riordino: parametri come
?sort=prezzo-più-basso
o?order=valutazione-più-alta
vengono utilizzati per modificare l’ordine degli articoli mostrati agli utenti. - Filtraggio: parametri come
?type=widget
o?colore=verde
vengono impiegati per mostrare solo i prodotti che rispondono a determinati filtri. - Identificazione: parametri come
?product=small-red-widget
o?categoryid=123904
identificano specifici prodotti o categorie. - Paginazione: come
?page=2
o?p=2
, per visualizzare la pagina successiva di un elenco di prodotti. - Ricerca: parametri come
?query=users-query
o?search=drop-down-option
vengono usati per specificare ricerche nel sito. - Traduzione: come
?lang=fr
o?language=de
, per indicare la lingua in cui visualizzare la pagina.
Problemi SEO con i parametri URL
1. I parametri creano contenuti duplicati
Spesso, i parametri URL non comportano modifiche significative al contenuto della pagina. Praticamente avrai lo stesso identico contenuto su più pagine del tuo sito.
Ad esempio, un parametro di tracciamento o un ID di sessione non cambia il contenuto effettivo, ma crea comunque un nuovo URL.
Ecco alcuni esempi di URL che portano tutti alla stessa lista di hotel:
- URL statico:
https://www.example.com/hotels
- Parametro di tracciamento:
https://www.example.com/hotels?sessionID=45678
- Parametro di riordino:
https://www.example.com/hotels?sort=price-ascending
- Parametro identificativo:
https://www.example.com/hotels?city=rome
- Parametro di ricerca:
https://www.example.com/hotels?search=luxury-hotels
Tutti questi URL puntano allo stesso contenuto, ma Google tratta ogni URL basato su parametri come una nuova pagina. Di conseguenza, vede diverse varianti dello stesso contenuto, con il rischio di contenuti duplicati e cannibalizzazione delle parole chiave. Questo potrebbe influire negativamente sulla percezione di Google riguardo alla qualità del sito.
2. I parametri riducono l’efficacia della scansione
La presenza di numerosi parametri può rendere più difficile per Googlebot scansionare il sito in modo efficiente.
Quando ci sono troppi URL inutili e ridondanti, Google potrebbe dedicare troppo tempo e risorse a scansionare versioni duplicate dello stesso contenuto, ignorando pagine importanti per la SEO.
Questo aumenta anche il carico del server.
Google stesso riassume il problema così:
“URL eccessivamente complessi, specialmente quelli che contengono più parametri, possono causare problemi ai crawler creando un numero inutilmente elevato di URL che puntano a contenuti identici o simili. Di conseguenza, Googlebot potrebbe consumare molta più larghezza di banda del necessario o non essere in grado di indicizzare completamente tutti i contenuti del tuo sito.”
Facciamo un esempio così spieghiamo meglio il tutto.
Considera ora un sito di e-commerce che vende capi di abbigliamento. Ogni volta che un utente applica filtri come la taglia o il colore, il sito genera un nuovo URL con parametri aggiuntivi. Questo può portare alla creazione di numerosi URL ridondanti che puntano sempre agli stessi prodotti. Ad esempio:
- URL originale:
https://www.example.com/clothing
- Con filtro per taglia:
https://www.example.com/clothing?size=m
- Con filtro per colore:
https://www.example.com/clothing?color=blue
- Con filtro per prezzo:
https://www.example.com/clothing?price=20-50
Ogni variante dell’URL potrebbe sembrare a Google una nuova pagina, sovraccaricando Googlebot di URL irrilevanti o duplicati, riducendo così l’efficienza della scansione e aumentando il rischio che pagine importanti non vengano scansionate in modo corretto.
3. I parametri rendono gli URL meno cliccabili
Gli URL che contengono parametri sono spesso poco piacevoli da vedere. Sono lunghi, pieni di simboli e parole tecniche, e non sono per niente facili da leggere. Quando un utente vede un URL del genere, potrebbe pensare che non sia affidabile o sicuro. Questo può far sì che le persone siano meno propense a cliccarlo, specialmente quando si trovano su piattaforme come social media, e-mail o anche nei forum.
Per esempio, confronta questi due URL:
- URL chiaro e semplice:
https://www.esempio.com/ricette/torta-al-cioccolato
- URL con parametri:
https://www.esempio.com/ricette/torta-al-cioccolato?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=promo
Il secondo URL è molto più difficile da leggere, più lungo e potrebbe sembrare sospetto a un utente. Questo influisce direttamente sulla “cliccabilità” dell’URL, perché le persone tendono a fidarsi di più di URL brevi e puliti.
4. I parametri diluiscono i segnali di ranking delle pagine
Quando hai molte versioni della stessa pagina, link e condivisioni social possono arrivare su versioni diverse dell’URL. Questo significa che i segnali di ranking, come i backlink, vengono distribuiti tra più URL, rendendo meno chiaro per Google quale versione è la più rilevante.
Ciò può indebolire la posizione del sito nei risultati di ricerca, poiché il motore di ricerca potrebbe confondersi su quale pagina indicizzare per una determinata query.
Anche qui facciamo un esempio.
Immagina un blog di ricette dove ogni post presenta parametri per filtrare le ricette in base agli ingredienti o alla difficoltà. Se gli utenti condividono diversi URL con parametri per la stessa ricetta, i segnali di ranking, come i link esterni o le condivisioni sui social, possono essere distribuiti su più versioni della stessa pagina. Ad esempio:
- URL originale:
https://www.example.com/recipes/chocolate-cake
- Con filtro ingredienti:
https://www.example.com/recipes/chocolate-cake?ingredient=milk
- Con filtro difficoltà:
https://www.example.com/recipes/chocolate-cake?difficulty=easy
In questo scenario, i segnali di ranking vengono diluiti tra i diversi URL, il che significa che Google potrebbe non sapere quale versione della pagina premiare nei risultati di ricerca, riducendo l’impatto complessivo del contenuto.
Il fatto che un URL con parametri sia meno cliccato può influire sulle prestazioni della pagina.
Quando le persone evitano di cliccare su un URL perché sembra complesso o poco affidabile, il CTR (Click-Through Rate) della pagina si abbassa. Il CTR è uno degli indicatori che Google utilizza per valutare la qualità di una pagina, quindi se il CTR è basso, la pagina potrebbe non posizionarsi bene nei risultati di ricerca.
Anche se l’impatto di un singolo URL complesso potrebbe sembrare minimo, quando si parla di SEO, ogni clic conta. Ogni condivisione, ogni “mi piace”, ogni e-mail inviata con un URL che viene effettivamente cliccato contribuisce a migliorare la visibilità di un sito web. Quando invece gli URL sono difficili da leggere e cliccare, il coinvolgimento del pubblico e il valore del brand possono ridursi.
Come valutare il problema dei parametri negli URL
Per risolvere il problema, devi sapere quali parametri URL sono utilizzati sul tuo sito.
È comune che gli sviluppatori non tengano sempre traccia di tutti i parametri utilizzati. Questo rende difficile capire quanti e quali parametri stiano realmente influenzando la scansione e l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca, e quale valore stiano apportando agli utenti.
Ecco una guida in 5 passaggi per trovare e valutare i parametri del tuo sito:
- Esegui un crawler: usa strumenti come Screaming Frog per cercare “?” negli URL del tuo sito. Questo ti aiuterà a trovare tutte le pagine con parametri.
- Controlla i file di registro: analizza i tuoi file di registro per verificare se Googlebot sta scansionando URL che contengono parametri. Questo ti permetterà di capire quali URL vengono effettivamente scansionati e indicizzati.
- Verifica su Google Search Console: guarda il report di indicizzazione delle pagine in Google Search Console e cerca “?” negli URL degli esempi inclusi nel report. Questo ti indicherà quali pagine con parametri sono indicizzate o escluse dall’indice di Google.
- Usa gli operatori di ricerca avanzati: inserisci la chiave del parametro in una ricerca su Google utilizzando l’operatore site.com inurl. Questo ti permetterà di vedere come Google indicizza i parametri che hai trovato.
- Consulta Google Analytics: vai nel report di tutte le pagine su Google Analytics e cerca “?” negli URL. Questo ti mostrerà come gli utenti stanno interagendo con le pagine che contengono parametri, e potrai verificare se i parametri di query URL sono stati esclusi nelle impostazioni di visualizzazione.
Soluzioni SEO per gestire i parametri URL
Esistono 6 tecniche di ottimizzazione SEO che puoi usare per gestire i parametri URL in modo strategico.
L’obiettivo è ridurre l’impatto negativo che questi parametri possono avere sulla SEO.
1. Limita il numero di URL con parametri
Prima di tutto, è utile fare un’analisi per capire come e perché vengono generati i parametri URL sul tuo sito. Questo ti permetterà di identificare facilmente delle soluzioni rapide.
Spesso ci sono modi per ridurre il numero di URL con parametri, e quindi limitare il loro impatto negativo.
Qui ci sono quattro problemi comuni che puoi risolvere per iniziare:
Eliminare i parametri inutili
Chiedi al tuo sviluppatore di fornirti una lista di tutti i parametri URL utilizzati sul sito e quali sono le loro funzioni. Potresti scoprire che alcuni parametri non servono più a niente.
Ad esempio, in passato i sessionID venivano utilizzati per identificare gli utenti, ma oggi questo compito può essere svolto dai cookie. Nonostante ciò, il parametro sessionID potrebbe ancora essere presente nel sito, anche se ormai è inutile. Eliminare questo tipo di parametri aiuta a ridurre il numero di URL inutili.
Un altro esempio: potresti notare che un filtro per i prodotti nella navigazione del sito non viene quasi mai usato dagli utenti. In questo caso, non ha senso mantenere quel parametro nel sistema, e dovrebbe essere eliminato.
Tutti i parametri URL che non hanno più una funzione importante o che sono causati da problemi tecnici devono essere rimossi immediatamente.
2. Prevenire i valori vuoti
Un altro errore comune è lasciare che vengano aggiunti parametri URL che non hanno un valore. I parametri URL devono essere utilizzati solo quando aggiungono qualcosa di utile.
Per esempio, se hai un URL come questo:https://www.esempio.com/prodotti?key1=scarpe&key2=&key3=
In questo caso, i parametri key2 e key3 sono vuoti e non servono a nulla. Questo crea solo confusione e genera URL inutili. Quindi, assicurati che i parametri URL vengano aggiunti solo quando hanno un valore valido.
3. Utilizzare ogni chiave una sola volta
Un altro punto importante è evitare di usare più volte lo stesso parametro con valori diversi.
Questo può succedere quando, ad esempio, hai opzioni multiple per un filtro. Invece di ripetere lo stesso parametro più volte, è meglio combinare tutti i valori sotto un’unica chiave.
Ad esempio, invece di avere un URL come questo:
https://www.esempio.com/prodotti?colore=rosso&colore=blu&colore=giallo
È meglio combinare i valori in un unico parametro:
https://www.esempio.com/prodotti?colore=rosso,blu,giallo
In questo modo l’URL sarà più pulito, più facile da gestire e meno complicato da indicizzare per i motori di ricerca.
4. Ordine dei parametri URL
Quando un sito web usa parametri URL, il loro ordine non influisce sul contenuto della pagina. Questo significa che se modifichi l’ordine dei parametri, la pagina sarà la stessa, ma i motori di ricerca potrebbero trattare le diverse versioni dell’URL come separate.
Ad esempio:
- URL 1:
https://www.esempio.com/prodotti?colore=blu&taglia=m
- URL 2:
https://www.esempio.com/prodotti?taglia=m&colore=blu
Entrambi gli URL mostrano la stessa pagina di prodotti, ma i motori di ricerca li vedranno come due URL diversi. Questo causa due problemi principali:
- Spreco del budget di scansione: Google e altri motori di ricerca hanno un limite a quante pagine possono scansionare su un sito in un dato periodo di tempo. Se il motore di ricerca deve scansionare più versioni dello stesso URL solo perché i parametri sono in ordine diverso, si spreca parte di questo “budget”. Di conseguenza, alcune pagine importanti potrebbero non essere scansionate.
- Divisione dei segnali di ranking: se gli utenti o altri siti linkano a URL con parametri in ordini diversi, i segnali di ranking (come i backlink) si distribuiscono tra URL diversi, indebolendo la forza del contenuto.
Come risolvere il problema?
Per evitare questi problemi, puoi chiedere al tuo sviluppatore di scrivere uno script che riordini sempre i parametri in modo coerente. Indipendentemente da come l’utente seleziona i filtri o gli ordini, i parametri saranno sempre mostrati nello stesso ordine.
Ad esempio, potresti decidere che l’ordine dei parametri sarà sempre questo:
- Traduzione (ad esempio,
?lang=it
) - Identificazione (ad esempio,
?productID=123
) - Paginazione (ad esempio,
?page=2
) - Filtri e ordinamento (ad esempio,
?colore=blu&taglia=m
) - Monitoraggio (ad esempio,
?utm_source=newsletter
)
Vantaggi:
- Scansione più efficiente: i motori di ricerca scansionano meno URL duplicati, il che significa che possono concentrarsi sulle pagine più importanti.
- Riduzione dei contenuti duplicati: anche se l’ordine dei parametri non cambia il contenuto della pagina, un ordine coerente aiuta i motori di ricerca a non vedere ogni variante come una nuova pagina.
- Consolidamento dei segnali di ranking: tutti i segnali di ranking (link, condivisioni social, ecc.) confluiscono su un unico URL, migliorando la posizione nei risultati di ricerca.
- Applicabile a tutti i parametri: questo metodo funziona per qualsiasi tipo di parametro URL, che si tratti di filtri, paginazione, monitoraggio o altro.
Svantaggi:
- Implementazione tecnica moderata: creare uno script che ordini i parametri potrebbe richiedere del tempo, specialmente se il sito ha molte funzionalità diverse che usano parametri URL.
5. Attributo di collegamento Rel=”Canonical”
L’attributo rel=”canonical” è un tag che viene aggiunto al codice di una pagina web per dire ai motori di ricerca che quella pagina ha contenuti uguali o molto simili a un’altra pagina. Questo serve per far capire ai motori di ricerca qual è la pagina principale, chiamata “canonica”, e far sì che consolidino tutti i segnali di ranking (come i backlink e le condivisioni social) in quella pagina specificata.
Come funziona con i parametri URL?
Quando il tuo sito usa parametri URL (come ad esempio ?utm_source=newsletter
per tracciare il traffico), il tag canonical può essere molto utile. Questo perché puoi indicare che, nonostante i parametri, la pagina è la stessa e i motori di ricerca devono considerare solo l’URL canonico senza parametri.
Facciamo un esempio:
- URL con parametri:
https://www.esempio.com/prodotti?utm_source=newsletter
- URL canonico:
https://www.esempio.com/prodotti
In questo caso, inserendo il tag rel=”canonical” nella pagina con parametri, dirai a Google di considerare solo l’URL canonico https://www.esempio.com/prodotti
per il posizionamento nei motori di ricerca, ignorando i parametri di tracciamento.
Quando non usare rel=”canonical”?
Ci sono situazioni in cui il tag canonical non è adatto. Se la pagina con i parametri ha contenuti molto diversi rispetto a quella canonica, non dovresti usare questo tag. Ad esempio:
- Paginazione: le pagine numerate di un elenco (come
?page=2
) contengono contenuti diversi e non devono essere canonizzate. - Ricerca interna: una pagina con risultati di ricerca (come
?search=camicie
) non dovrebbe essere canonizzata perché mostra contenuti dinamici e diversi. - Filtri specifici: alcuni filtri (come
?colore=rosso
) possono cambiare molto il contenuto della pagina.
Vantaggi del rel=”canonical”:
- Facile da implementare: aggiungere un tag canonical è tecnicamente semplice.
- Protegge dai contenuti duplicati: aiuta a evitare che Google consideri le pagine con parametri come duplicati.
- Consolida i segnali di ranking: tutti i segnali, come i backlink, vengono consolidati nella pagina canonica, migliorando il suo posizionamento.
Svantaggi del rel=”canonical”:
- Non funziona con tutti i parametri: non è adatto per pagine con contenuti molto diversi (come le pagine di ricerca o paginazione).
- Scansione dei parametri: Google potrebbe ancora scansionare le pagine con parametri, anche se non le indicizza.
- È solo un suggerimento: Google interpreta il canonical come un consiglio, non come un ordine assoluto. Quindi, potrebbe decidere di non seguirlo in alcuni casi.
6. Tag Noindex di Meta Robots
Il meta tag noindex è un altro strumento utile per gestire le pagine con parametri URL. A differenza del canonical, il noindex dice ai motori di ricerca di non indicizzare la pagina. Questo significa che la pagina non apparirà nei risultati di ricerca di Google, anche se può comunque essere scansionata.
Quando usare il noindex?
Il noindex è particolarmente utile quando hai pagine con parametri URL che non aggiungono valore e non devono essere indicizzate. Per esempio:
- Pagine di ricerca interna: se gli utenti fanno ricerche sul sito e queste ricerche generano URL dinamici, puoi usare il noindex per evitare che Google le indicizzi.
- Pagine con filtri poco usati: se hai filtri che non vengono utilizzati spesso dagli utenti e non vuoi che quei parametri URL siano indicizzati, puoi applicare il noindex.
Facciamo un esempio:
- URL con parametri:
https://www.esempio.com/prodotti?search=scarpe
Puoi applicare il meta tag noindex in modo che questa pagina non venga indicizzata da Google.
Effetto del noindex sulla scansione
Anche se la pagina non verrà indicizzata, Google potrebbe continuare a scansionarla. Tuttavia, col tempo, la frequenza della scansione di quella pagina dovrebbe diminuire. Se un URL rimane con il tag noindex per molto tempo, Google potrebbe anche decidere di non seguire più i link all’interno di quella pagina (tag nofollow).
Vantaggi del noindex:
- Facile da implementare: aggiungere un meta tag noindex è semplice dal punto di vista tecnico.
- Protegge dai contenuti duplicati: evita che Google indicizzi pagine con contenuti simili o duplicati.
- Adatto a tutti i tipi di parametri: funziona con qualsiasi parametro URL che non vuoi far indicizzare.
- Rimuove URL non desiderati dall’indice: se hai già URL con parametri nell’indice di Google, il noindex li farà rimuovere gradualmente.
Svantaggi del noindex:
- Non blocca la scansione: i motori di ricerca continueranno comunque a scansionare gli URL, anche se li indicizzeranno meno frequentemente.
- Non consolida i segnali di ranking: a differenza del canonical, il noindex non trasferisce i segnali di ranking a un’altra pagina.
- È solo un suggerimento: come per il canonical, Google può decidere di non seguire il noindex in alcuni casi.
7. Robots.txt per bloccare i parametri
Il file robots.txt è la prima cosa che i motori di ricerca controllano prima di iniziare a scansionare il tuo sito.
Questo file file dice a Google e agli altri motori di ricerca quali parti del sito possono visitare e quali devono ignorare. Una sorta di guida per loro. Se trovi una regola nel robots.txt che blocca un’area del sito, il motore di ricerca non proverà nemmeno a scansionarla.
Come usare robots.txt per i parametri URL?
Puoi utilizzare il file robots.txt per impedire ai motori di ricerca di scansionare gli URL con parametri. Ad esempio, se hai un sito di viaggi dove gli utenti filtrano i voli per prezzo o destinazione, gli URL con parametri potrebbero essere simili a questo:
- URL con parametro:
https://www.viaggi.com/voli?prezzo=200&destinazione=roma
Per impedire ai motori di ricerca di scansionare tutti gli URL che contengono parametri, puoi usare una regola nel robots.txt come questa: Disallow: /*?*
. Questa regola dice ai motori di ricerca di non scansionare nessun URL che contenga un punto interrogativo (“?”), che è il segno che introduce i parametri.
Se invece vuoi bloccare solo alcune stringhe di query specifiche, puoi aggiungere delle regole più precise nel robots.txt, bloccando solo certi parametri.
Vantaggi dell’uso di robots.txt:
- Facile da implementare: aggiungere o modificare il file robots.txt è tecnicamente semplice.
- Migliora la scansione: i motori di ricerca non sprecano risorse scansionando URL che non desideri vengano scansionati.
- Riduce il rischio di contenuti duplicati: bloccare parametri inutili aiuta a prevenire che Google veda più volte la stessa pagina con URL diversi.
- Può essere usato per tutti i tipi di parametri: funziona per qualsiasi parametro che non vuoi che venga scansionato.
Svantaggi dell’uso di robots.txt:
- Non unisce i segnali di ranking: anche se blocchi i parametri, i segnali di ranking (come backlink o condivisioni social) non si trasferiscono all’URL principale.
- Non rimuove gli URL già indicizzati: se un URL con parametri è già stato indicizzato da Google, il robots.txt non lo rimuoverà dall’indice.
8. URL dinamici o URL statici
Molti consulenti SEO credono che la soluzione migliore sia evitare del tutto i parametri URL e utilizzare invece URL statici. Gli URL statici sono più semplici e puliti, e aiutano Google a capire meglio la struttura del sito.
Come trasformare URL dinamici in statici?
Per convertire un URL dinamico in uno statico, puoi usare una tecnica chiamata riscrittura degli URL sul server. Questo processo trasforma URL con parametri complicati in URL leggibili e ottimizzati per i motori di ricerca.
Esempio:
- URL dinamico:
https://www.ricette.com/vedi-ricetta?id=5678
- URL statico:
https://www.ricette.com/torta-cioccolato
In questo esempio, invece di un URL che mostra solo un ID numerico, l’URL statico contiene il nome della ricetta. Questo tipo di URL è più facile da capire sia per gli utenti che per Google.
Quando è utile usare URL statici?
Gli URL statici funzionano bene quando i parametri descrivono qualcosa di importante, come il nome di una categoria, un prodotto o un ingrediente in una ricetta. Sono anche molto utili quando si tratta di gestire contenuti tradotti.
Ovviamente, ci sono casi in cui gli URL statici non sono la scelta giusta:
- Filtri specifici: se un utente filtra un elenco di prodotti per taglia o colore (come
?taglia=large
o?colore=rosso
), convertire questi parametri in URL statici non sempre offre vantaggi. - Parametri di ricerca: se un utente cerca un prodotto sul tuo sito (come
?search=camera
), creare un URL statico per ogni ricerca genererebbe molti URL inutili. - Paginazione: le pagine numerate di una lista (come
?page=2
) possono risultare strane se trasformate in URL statici, ad esempio:https://www.negozio.com/prodotti/page2
. - Riordino: se l’utente riordina i prodotti per prezzo o popolarità, l’URL risultante (
?order=prezzo-alto
) non ha molto senso se trasformato in URL statico, comehttps://www.negozio.com/prodotti/prezzo-alto
.
Problemi degli URL statici
Sebbene gli URL statici possano essere utili, non sempre risolvono gli errori SEO. Ad esempio, se hai molte opzioni di filtraggio su un sito di moda, come taglia, colore e marca, trasformare ogni combinazione in un URL statico può creare troppi URL indicizzabili e causare contenuti duplicati.
Oltre a questo, per alcuni parametri, come il tracciamento delle campagne di marketing, trasformare gli URL dinamici in statici non funziona. Ad esempio, Google Analytics non riconosce i parametri UTM (usati per tracciare da dove arriva il traffico) se vengono trasformati in URL statici.
Vantaggi degli URL statici:
- Vanno bene per Google: i motori di ricerca preferiscono URL statici, che risultano più chiari e facili da indicizzare.
- Miglior posizionamento: gli URL statici hanno maggiori possibilità di essere ben classificati nei risultati di ricerca.
Svantaggi degli URL statici:
- Richiede molto tempo: implementare la riscrittura degli URL e configurare i reindirizzamenti 301 può richiedere molto lavoro tecnico.
- Non risolve tutti i problemi di contenuti duplicati: anche con URL statici, potresti comunque avere problemi di contenuti duplicati.
- Non unisce i segnali di ranking: gli URL statici non consolidano automaticamente i segnali di ranking.
- Contenuti deboli: se hai molti filtri e opzioni di selezione multipla, trasformarli in URL statici può generare contenuti deboli e di scarso valore per la SEO.
Qui sotto una tabella che riassume le tecniche che abbiamo visto:
Metodo | Facile da implementare | Risparmio del budget di scansione | Gestione dei contenuti duplicati | Consolidamento dei segnali di ranking | Adatto a tutti i tipi di parametri |
---|---|---|---|---|---|
Limitare i parametri | ✖ | ✔ | ✔ | ✖ | ✔ |
Attributo rel=”canonical” | ✔ | ✖ | ✔ | ✔ | ✖ |
Tag noindex | ✔ | ✖ | ✔ | ✖ | ✔ |
File robots.txt | ✔ | ✔ | ✖ | ✖ | ✔ |
Strumento gestione parametri | ✔ | ✔ | ✖ | ✖ | ✔ |
URL statici | ✖ | ✖ | ✔ | ✖ | ✖ |
Questa tabella mostra i diversi approcci per la gestione dei parametri URL e valuta ognuno in base a cinque criteri: facilità di implementazione, risparmio del budget di scansione, gestione dei contenuti duplicati, consolidamento dei segnali di ranking e applicabilità a tutti i tipi di parametri.
Qual è la soluzione migliore per gestire i parametri?
Ti stai chiedendo quali delle tecniche SEO sopra descritte per gestire i parametri URL dovresti implementare?
La risposta non è: “usale tutte”. Infatti, provare a usare tutte le soluzioni contemporaneamente potrebbe creare confusione e rendere la gestione del sito più complicata del necessario.
Spesso le soluzioni SEO possono entrare in conflitto tra loro. Ad esempio:
- Non dovresti mai combinare un meta tag noindex con un rel=canonical sulla stessa pagina. Il tag noindex dice a Google di non indicizzare quella pagina, mentre il canonical suggerisce quale pagina dovrebbe essere considerata la principale. Se usi entrambi, i motori di ricerca non sapranno quale istruzione seguire.
L’opinione di Google
Anche tra gli esperti di Google ci sono discussioni su quale sia la strategia migliore per gestire i parametri URL. John Mueller, Gary Ilyes e Lizzi Sassman, tre voci autorevoli di Google, hanno discusso di questo problema in un episodio del podcast Search Off The Record. Hanno spiegato che i parametri URL creano una serie di sfide per la scansione dei siti web.
In passato, Google aveva uno strumento per la gestione dei parametri all’interno di Google Search Console, che permetteva ai proprietari di siti web di dire a Google come trattare certi parametri. Questo strumento è stato tolto, ma persino gli esperti di Google hanno suggerito di reintrodurlo, perché può aiutare a gestire meglio i parametri URL.
Non esiste una soluzione perfetta
Quello che emerge da queste discussioni è che non esiste una soluzione unica e perfetta per tutti i siti web. A volte, è più importante concentrarsi sull’efficienza della scansione, cioè far sì che Googlebot non perda tempo a scansionare pagine inutili. Altre volte, il consolidamento dei segnali di autorevolezza (come i backlink) potrebbe essere la priorità, per evitare che si disperdano tra più URL.
Alla fine, la decisione su quale soluzione scegliere dipende dalle tue priorità. Il tuo consulente o agenzia SEO dovrà considerare cosa è più importante per il tuo sito: ridurre il tempo che Google impiega per scansionare le tue pagine o assicurarti che tutte le pagine giuste vengano indicizzate correttamente?
Il mio piano d’azione per gestire i parametri URL
Personalmente, seguo un approccio ben strutturato quando si tratta di gestire i parametri URL in modo che siano favorevoli alla SEO:
- Studiare le intenzioni degli utenti: prima di tutto, capisco quali parametri URL sono davvero utili per i visitatori del sito. Se c’è un parametro importante, come un filtro di categoria o una ricerca di prodotto, faccio in modo che quel parametro venga indicizzato e trasformato in un URL statico. Questo aiuta i motori di ricerca a posizionare meglio la pagina. Ad esempio, se un sito di abbigliamento permette agli utenti di cercare “maglie blu”, posso trasformare l’URL dinamico
?search=maglie-blu
in un URL statico comehttps://www.esempio.com/maglie-blu
. - Gestire la paginazione: per gestire meglio le pagine numerate, uso il parametro
?page=
. Questo aiuta a evitare la duplicazione dei contenuti e a mantenere un controllo sulla paginazione. Esempio:https://www.esempio.com/prodotti?page=2
. - Bloccare gli URL non necessari: per gli URL che hanno parametri inutili (come quelli di tracciamento o filtri molto specifici), blocco la loro scansione usando il file robots.txt con una regola
Disallow: /*?*
. In più, aggiungo anche un meta tag noindex come misura di sicurezza. Esempio: se un URL comehttps://www.esempio.com/prodotti?utm_source=newsletter
non deve essere indicizzato, lo blocco nel robots.txt e aggiungo il tag noindex alla pagina per assicurarmi che non venga mostrato nei risultati di ricerca. - Controllare la sitemap XML: è importante assicurarsi che nella sitemap XML non ci siano URL con parametri. La mappa del sito dovrebbe contenere solo URL puliti, senza parametri che potrebbero creare confusione ai motori di ricerca. Esempio: nella mappa del sito, inserisco solo URL come
https://www.esempio.com/prodotti
, senza parametri come?filter=price
.
Monitora l’impatto sui tuoi KPI
Qualunque strategia tu decida di adottare, è fondamentale monitorare l’impatto delle tue decisioni sui KPI (Key Performance Indicators) del sito. Controlla se le modifiche migliorano la scansione, l’indicizzazione e, infine, il traffico organico.